LE PERGAMENE

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Il fiore all' occhiello Il fiore all'occhiello dell'Archivio Storico di Atessa è costituita da un fondo di 132 pergamene della municipalità di Atessa che vanno dal 1273 al 1611. Di queste 25 sono munite di sigillo.

L’archiviazione più recente risale al 1891 ad opera di Luigi Cocca, ufficiale dell’Archivio di Stato di Chieti, che ha catalogato le pergamene, relative ai secoli XIV- XVIII, secondo un ordine cronologico, provvedendo a riportare il sunto del contenuto dei documenti. 
Fino al momento del restauro questa documentazione era custodita in quattro cassette metalliche, munite di lucchetto, probabilmente risalenti al periodo dell’archiviazione. Attualmente le pergamene, dopo l’intervento di restauro, che le ha riportate all’antico splendore sono custodite in una cassettiera di legno. 
Espressione della memoria storica locale, i documenti costituiscono la prova evidente del prestigio, e anche dei privilegi, dell’Universitas. Non bisogna dimenticare che la grandezza di una città nel Medioevo non era data soltanto dall'importanza dei suoi organismi politici o da quella del suo potenziale mercantile, cui si collega naturalmente la sua forza militare, ma anche dalla sua possibilità di incidere a livello della formazione e della diffusione di un pensiero culturalmente avanzato e capace di creare una mentalità in grado di contribuire in maniera significativa a far progredire l'insieme della società. Questa riflessione doveva essere ben presente nella mente del ceto politico che amministrava e dirigeva il Comune di Atessa. Infatti nelle pergamene regestate compare quasi sempre il riferimento al fatto che Atessa fosse sede di Universitas. Purtroppo, però, non abbiamo la disposizione che ne attesti la nascita, né tantomeno il riconoscimento imperiale o papale. Il fatto che in documenti ufficiali Atessa venga definita Universitas, presuppone che sia esistito uno studium generale che doveva impartire un insegnamento superiore in almeno una disciplina: la legge, la tecnologia o la medicina e avvalersi di una pluralità di maestri. Inizialmente qualsiasi città, ospitando un centro di studi superiori con le caratteristiche sopra descritte, poteva almeno in teoria avere uno studium generale: ma a poco a poco assume un'importanza preminente il valore del titolo che lo studio concedeva. A questo punto il riconoscimento del Papa o dell'Imperatore diviene determinante affinché ai licenziati di uno sudio sia riconosciuto lo jus ubique docendi, la facoltà di insegnare in altri centri. Non è possibile fissare il momento preciso in cui i maestri e gli scolari di Atessa vennero a costituire un'Università, ma è certo dai documenti analizzati, che essa andò sviluppandosi.
La consapevolezza dell’importanza di questa documentazione quale testimonianza della propria identità come Universitas, e dei privilegi ottenuti, è testimoniata anche dall’attenzione con cui i documenti sono stati conservati e d’altra parte ulteriore conferma deriva dal fatto che la documentazione è in gran parte di carattere pubblico, in particolare proveniente dalla cancelleria angioina. La distruzione, in seguito ad eventi bellici, dell'Archivio di Stato di Napoli e dei relativi documenti in esso conservati, rende le pergamene di Atessa particolarmente preziose in quanto unica testimonianza degli eventi.

Le pergamene custodite nell’archivio comunale offrono uno spaccato del loro tempo e, oltre che costituire l’oggetto per studi specialistici, sono utili agli atessani per capire una parte del loro presente e per non dimenticare molta parte del loro passato.

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